Rimini | Agevolazioni fiscali per botteghe alimentari, Petitti firma la proposta di legge. Maggioli plaude
Emma Petitti, deputato riminese del Pd, ha firmato una proposta di legge che garantisce agevolazioni fiscali per le botteghe alimentari dei piccoli centri. Secondo i dati della Camera di commercio nel 2012 hanno chiuso in provincia di Rimini 461 attività commerciali contro i 286 nuovi esercizi. Nei primi due mesi dell'anno le attività del al dettaglio cessate sono state 142, una media di 2,5 negozi ogni giorno. La crisi è più dura per gli esercizi specializzati alimentari, le cui vendite sono calate del -7,7 per cento nel quarto trimestre 2012, e che hanno subito un'accelerazione allarmante del fenomeno di chiusura e abbandono delle attività (quasi -8% nell’ultimo biennio).
Pronta la risposta di Manlio Maggioli, presidente della Camera di commercio di Rimini, (ad Agenparl) che ha elogiato l’iniziativa spiegando che “come presidente della Camera di commercio posso continuamente constatare la chiusura delle botteghe e dei negozi del centro storico di Rimini e quindi non posso che essere d’accordissimo e condividere in pieno la proposta di legge dell’On Petitti”, ma che ha anche scoccato un dardo. “Debbo però fare – ha detto Maggioli - anche un’amara considerazione: le botteghe tradizionali e in particolare proprio le botteghe che vendono alimentari sono in sofferenza innanzitutto perché, a ridosso del centro storico di Rimini, sono stati autorizzati a suo tempo dalla pubblica amministrazione, due centri commerciali, uno a nord e uno a sud della città. Si tratta, infatti, di due ipermercati nei quali la parte di vendita dell’alimentare è preponderante. Per cui, ben venga questo ravvedimento”.
Nello specifico, la proposta "Agevolazioni fiscali per il sostegno dei servizi commerciali primari" semplifica l'ammissione dei piccoli esercizi commerciali al regime di contabilità semplificata; introduce misure per l'alleggerimento della pressione fiscale sui negozi alimentari di vicinato, attraverso una serie di adeguamenti del regime cosiddetto dei “minimi”; prevede una serie di agevolazioni per l’investimento o l’ingresso in un’attività di commercio alimentare di vicinato prolungando i tempi di agevolazione fiscale forfettaria al 10 per cento fino a 5 anni, anziché 3; propone un abbattimento del 50 per cento dell'Imu ai contribuenti che danno in affitto i propri immobili ad esercenti negozi di vicinato e una riduzione dell’aliquota Iva al 10 per cento per quanto concerne i servizi, considerati essenziali, di fornitura di energia elettrica e gas per le imprese di vicinato.